L’osteopatia ci può dare una grossa mano per eliminare anche i dolori lombari. Com’è possibile ciò? Cerchiamo di scoprirlo.
Dolori lombari
I dolori lombari possono essere allontanati anche con un approccio osteopatico, oltre che con i classici antidolorifici. L’osteopata può scegliere tra diversi approcci. Vediamone alcuni. Un tipo di trattamento molto utilizzato dall’osteopata per sbarazzarsi dei dolori lombari può essere quello basato sulla relazione neurologica presente tra l’area lombare e quella sacrale.
Cosa significa, in sostanza? Che l’osteopata può decidere di agire sull’area sacrale, cercando di ristabilire l’equilibrio tensionale non solo a tale livello, ma anche nella zona lombare appunto. Si usa spesso la tecnica ad energia muscolare, che si basa su principi neurofisiologici. Essa permette di ristabilire una buona modalità a livello articolare, con riduzione del dolore a livello lombare, andando ad agire sui muscoli della zona lombare.
Altro metodo utile è quello del modello circolatorio. Si considerano, a tal proposito, i vasi sanguigni nell’area lombare. In questo modo, l’osteopata interviene usando una tecnica sul tessuto connettivo disfunzionante, per liberare il paziente dalle tensioni e per ristabilire l’equilibrio che si è alternato. Infine, l’ultimo metodo che può essere utilizzato in tal senso dall’osteopata è quello chiamato biomeccanico. Di che cosa si tratta? E’ un approccio importante che considera le possibilità limitazioni di mobilità che riguardano tutta la struttura del paziente. Una volta inquadrate tutte le possibili disfunzioni a livello somatico, si può poi procedere con diverse tecniche. Tra queste vogliamo annoverare le tecniche articolatorie, l’HVLA, oppure la M.E.T.
Nelle tecniche HVLA rientra una procedura chiamata manipolazione vertebrale. Questa va a informare il sistema nervoso neurovegetativo, offrendo un piccolo stimolo e dando la possibilità all’organismo di integrare di nuovo quel segmento che prima non era ben funzionante. Non esiste un approccio migliore tra questi tre: è l’osteopata che decide, secondo sua coscienza, se utilizzarne uno al posto di un altro oppure se miscelare vari modelli di approccio, per raggiungere un risultato univoco.