Il rapporto tra osteopata e paziente.
Vi è mai capitato nel corso della vita di affidarvi a un osteopata per trovare giovamento a un dolore fisico? Sicuramente, prima di mettere il vostro corpo letteralmente nelle mani di un’altra persona, avrete instaurato un rapporto di fiducia ed empatia.
La bravura di un professionista risiede anche nella capacità di far sentire unico il proprio paziente. Un aspetto essenziale per migliorare l’efficacia e la sostenibilità nei processi di cura.
Scopriamo maggiori dettagli nel corso dell’approfondimento.
La relazione tra osteopata e paziente
La relazione tra specialista e paziente è migliorata notevolmente nel corso del tempo, influenzata da molteplici fattori.
Primo tra tutti, i progressi in campo medico, tecnologico, socio-culturale e dell’organizzazione socio-sanitaria. Un aspetto ancora più importante a livello osteopatico.
L’osteopatia è considerata parte della medicina olistica, un metodo di cura che mette sullo stesso piano l’aspetto fisico, mentale e spirituale del paziente. Uno dei principi chiave è “il corpo è un tutto” e al suo interno ha la capacità di curarsi e auto guarirsi. Motivo per cui un osteopata deve sicuramente possedere una serie di competenze tecniche e scientifiche per applicare le tecniche di manipolazione, ma a volte non è sufficiente. Un tratto decisivo dello specialista è quello di saper instaurare un buon rapporto di comunicazione col proprio paziente, sviluppando una relazione empatica che aiuti a motivare il soggetto in cura durante il suo percorso di guarigione.
Molte volte, quindi, non è possibile pensare che l’approccio osteopatico si riduca a un supporto fisico. Risulta necessario e indispensabile un supporto psicologico e morale che stimoli la motivazione del paziente e renda (per quanto possibile) piacevole il periodo di riabilitazione. L’osteopata Alessandro Carollo, con un approccio discreto, può sfruttare i suoi tratti caratteriali, la comunicazione verbale e non verbale, per influenzare positivamente il trattamento osteopatico.
Quando si parla di “relazione empatica” non si fa riferimento ad un rapporto di amicizia, bensì ad una condizione dove regna la collaborazione, la comprensione e l’ascolto. Ogni individuo è singolare e unico ma grazie ai fattori esterni comuni che lo caratterizzano (habitat, genetica) un buon osteopata può calcolare una terapia su misura per ogni paziente.
In che modo la comunicazione aiuta la guarigione
Durante i trattamenti manuali, l’osteopata Alessandro Carollo ha come primo obiettivo quello di rilassare il corpo del paziente e, tramite manipolazioni e pressioni, andare a trovare la fonte del trauma, placando il dolore. Se il soggetto non si sente a proprio agio durante la seduta, involontariamente contrarrà la sua muscolatura e resterà teso per tutta la durata del trattamento.
“Le mani si avvicinano al paziente, il primo contatto di cura è primordiale, occorre controllarlo, il gesto deve essere giusto, adattato, rispettoso, benevolente”.
Se un paziente non si trova a suo agio, ne risentirà dal punto di vista psicologico non riuscirà a percepire i benefici del massaggio e la seduta risulterà completamente inutile.
Al contrario, con la creazione di un clima piacevole e rilassato, la muscolatura del paziente potrà essere manipolata più facilmente e il sistema parasimpatico verrà attivato innescando meccanismi di auto guarigione.