Un problema abbastanza diffuso tra le donne, soprattutto nel periodo che segue la gravidanza o nella menopausa, è quello dell’incontinenza urinaria, ovvero una involontaria perdita delle urine.
Chi soffre di questa patologia ha la sensazione di avere la vescica piena a causa di un funzionamento anomalo dello sfintere uretrale, o per alterazioni neurologiche.
L’incontinenza non è solo un problema igienico, ma spesso è causa di un malessere sociale ed emotivo, portando ad un senso di inferiorità e ad una diminuzione della propria autostima, dovuta al fatto di avere una situazione fuori controllo e non poter essere autosufficienti, e questo arreca in molti casi anche depressione o forte stress.
L’efficacia del trattamento osteopatico
Spesso ci si rivolge a specialisti urologici o neurologici, ma in realtà l’origine di questo disturbo può essere in molti casi di origine osteopatica. L’osteopatia può diventare dunque un rimedio alquanto efficace per contrastare l’incontinenza urinaria, soprattutto ad esempio per l’incontinenza da sforzo: in questo caso infatti il problema è essenzialmente meccanico.
Sotto sforzo l’uretra, che collega la vescica con l’esterno, subisce una pressione intra-addominale improvvisa, dovuta ad esempio da starnuti, risate o tosse, e causa perdite urinarie involontarie. Un altro tipo di incontinenza è quella da urgenza di minzione, ovvero una condizione di ipersensibilità vescicale che porta ad aumentare la frequenza della minzione.
Se si arriva ad una diagnosi certa, tra le tecniche che l’osteopatia può offrire ci sono quelle di controllo della vescica e degli sfinteri, ad esempio gli esercizi per il pavimento pelvico o esercizi di Kegel, oppure il training vescicale. L’attenzione è posta quindi sugli organi addominali e il peritoneo, la colonna vertebrale, il bacino, il diaframma, il pavimento pelvico, l’utero e la vescica.
L’osteopatia punta principalmente alla sfera cranio-sacrale e alla sfera viscerale, fornendo al paziente una cura completa che riequilibri il corpo il tutta la sua totalità e che tenga conto anche e soprattutto della sua condizione psicofisica.